Foto, filmati e documentazioni delle attività dell’Anno Accademico 2023 – 2024


In questa galleria sono rappresentate con foto, filmati e documentazioni di alcune delle attività di questo anno accademico; chi ne avesse e volesse condividerle può inviarle alla mail info@unitresantenacambiano.it, saremo lieti di pubblicarle.

Il 22 maggio scorso prima dell’alba, un gruppo di quaranta soci UniTre di Santena e Cambiano, sono partiti per un viaggio in pullman con destinazione Croazia e Slovenia alla scoperta delle meraviglie naturali e storico-culturali di queste nazioni.

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Dobbiamo premettere che questo viaggio ci ha portati in territori con caratteristiche geologiche particolari, alla scoperta del “carsismo”, fenomeno che ha determinato una  caratteristica tipologia  dei luoghi che abbiamo visitato .

Il primo incontro con la natura e la storia della Croazia è avvenuto nella località balneare di Opatija (Abbazia) nel Golfo del Quarnaro dove il mare Adriatico e i boscosi rilievi che la circondano hanno fatto di questa gradevole cittadina una salubre meta di soggiorno della nobiltà asburgica, ancora leggibile nei bellissimi edifici liberty e decò. L’isola di Kirk, una delle mille perle che compongono la lunga collana di isole croate, con la sua asprezza rocciosa appena mitigata dal verde della macchia mediterranea ci ha affascinato per i suoi borghi fortificati e per le spiagge che si affacciano sull’azzurro di un mare Adriatico dalla calma inusuale. Piacevoli passeggiate al tramonto sul lungomare di Crikvenica hanno concluso le nostre giornate sulla costa in una  gradevole atmosfera tra chiacchiere e risate .

Zagabria, la capitale composta dalla Città alta e dalla Città bassa con le loro specificità, si è mostrata con i suoi viali alberati, gli ampi giardini, le numerose testimonianze storiche, il caratteristico mercato con gli ombrelloni rossi una città interessante e vivace, con un ricco bagaglio di storia e di tradizione che ancora orgogliosamente sa raccontare.

Abbiamo potuto apprezzare le bellezze del fenomeno carsico in Croazia ai Laghi di Plitvice. Il carsismo è quel processo chimico esercitato dall’acqua, in gran parte su rocce calcaree, sia di dissoluzione sia di precipitazione del suolo detta “suolo carsico”, caratterizzato, oltre che dalla presenza diffusa di rocce calcaree, anche di dolineinghiottitoi, fosse, crepacci, grotte  e da corsi d’acqua che filtrano facilmente nelle profondità del sottosuolo. Il fenomeno è particolarmente diffuso in Italia nelle Alpi Giulie, nel cosiddetto Carso, da cui il nome, le cui propaggini si spingono anche in Slovenia e Croazia.

I Laghi di Plitvice sono il parco più antico e più esteso della Repubblica di Croazia. Date le sue eccezionali bellezze naturali, questo territorio ha da sempre attirato gli amanti della natura, non c’è dunque da stupirsi che l’8 aprile 1949 sia stato proclamato primo Parco nazionale della Repubblica di Croazia. Il processo di formazione del travertino, responsabile delle barriere tufacee grazie alle quali si creano i laghi, rappresenta un fenomeno unico e di eccezionale valore che ha fatto meritare ai laghi di Plitvice un riconoscimento internazionale: l’iscrizione nella Lista dei siti Patrimonio dell’umanità UNESCO, il 26 ottobre 1979. 

Questo ambiente umido è composto da innumerevoli scroscianti cascate e cascatelle, romantici specchi d’acqua azzurra contornati da una vegetazione lussureggiante e innumerevoli rivoli d’acqua che si rincorrono verso questo o quel lago. Il Governo Croato ha fatto in modo che le varie infrastrutture turistiche, quali sentieri, passerelle sull’acqua, scale e centri di ristoro, siano sapientemente inserite nel contesto naturale senza modificare in modo irrispettoso tale ambiente.

Tutto questo ci ha donato un panorama paradisiaco in cui bellezza, armonia e pace si integrano tra loro a beneficio comune di tutti gli esseri viventi e ci ha ampiamente ripagato dei tanti chilometri percorsi a piedi per poterlo pienamente ammirare e godere.

Il nostro viaggio ci ha poi portato nella vicina Slovenia, giovane nazione con un territorio montuoso caratterizzato dal verde brillante dei prati e dei campi coltivati, intervallati da boschi, rilievi e curati villaggi che, dai finestrini del nostro bus, ci hanno da subito offerto una piacevole cartolina del paese. Lubijana, capitale dall’antica storia, caratterizzata da un moderno dinamismo fin dal secolo scorso ci ha accolto in una atmosfera vivace, offrendoci con i suoi antichi palazzi, i caratteristici ponti, le affollate piazze, le lunghe strade pedonali ed il suo pittoresco mercato la possibilità di una visita sorprendente e gradevole.

La gita al lago di Bled ha confermato la nostra impressione : la natura in Slovenia sa incantare e il racconto di antiche storie dal sapore leggendario ci ha trasportato su caratteristiche imbarcazioni a remi fino alle rive di un verde isolotto, dove i desideri possono essere espressi al suono di un’antica campanella .

Anche nella vicina Slovenia abbiamo potuto apprezzare un’altra opera del carsismo rappresentate dalle magnifiche Grotte di Postumia.

Le Grotte di Postumia (Postojnska jama in sloveno) sono un complesso carsico situato a soli 46 chilometri dalla capitale. Le grotte di Postumia sono un intreccio di quasi 21 km di caverne e gallerie (scoperte fino a oggi), dove in 185 anni sono passati oltre 30 milioni di visitatori. Sono le grotte più estese del Carso, nonché le più visitate d’Europa. Si sono originate milioni di anni fa nel complesso idrografico del fiume Piuca. Le caverne sono ricche di stalagmiti e stalattiti che si formano attraverso processi impercettibili a occhio, la cui formazione richiede migliaia di anni. Lo sviluppo di queste stalagmiti e stalattiti è dovuto all’afflusso d’acqua contenente carbonato di calcio che si deposita formando le concrezioni. Le stalagmiti più antiche risalgono a 500.000 anni fa. La temperatura media delle grotte è di 8 °C e il tasso di umidità invece è parecchio elevato, vicino al 98%.

Il percorso turistico è composto da una parte di avvicinamento effettuata a bordo del trenino e quindi da un percorso guidato pedonale. La lunghezza è di circa 4 km con il trenino A/R, poi circa un chilometro a piedi. Gran parte della fauna che abitava le grotte è stata a lungo sconosciuta, eccetto ilProteus anguinus che è stato nel passato oggetto di superstizioni. I suoi primi avvistamenti sono avvenuti intorno al 1700 e per il suo aspetto gli abitanti del posto lo avevano chiamato “cucciolo di drago”. È da ricordare l’importanza di questo anfibio la cui esistenza è limitata nella regione carsica. Nell’immensità di queste grotte, fatta da ambienti molto diversi tra loro, ci siamo meravigliati nel vedere cupole che sembrano sorrette da colonne intagliate da un antico scultore, veli di luccicante carbonato di calcio semitrasparente leggiadramente ondulati, innumerevoli spaghettini che sembrano spilli che fuoriescono dalla volta, spaccature e abissi di cui non si intravede il fondo e in profondità ancora i fiume che scorre, scava e modella caverne in cui incanto sarà visibile tra milioni di anni.

Il percorso nelle cavità carsiche si è concluso al Castello di Pradjama, imponente fortezza incastonata nella parete rocciosa di una altissima caverna che pare aver inglobato in sé l’opera difensiva dell’uomo, offrendo riparo e protezione come un nido d’aquila sulla valle.

Lipica, ultima tappa in Slovenia, situata sul confine italiano ci dato la possibilità di visitare le Antiche Scuderie e di avvicinarci agli splendidi cavalli lipizzani per poterne apprezzare le armoniose qualità di animali destinati al dressage e al tiro delle carrozze, famosi in tutto il mondo. E così, senza quasi accorgercene, ci siamo ritrovati in Italia, oltrepassando una frontiera oggi quasi virtuale, ma che nel passato ha avuto una storia travagliata segnata da guerre, dominazioni straniere, annessioni, cessioni e trasferimenti forzati che hanno reso questo territorio una vera e propria cerniera tra i territori italiani e i paesi dei Balcani.

Il nostro viaggio non poteva che terminare in maniera conviviale, riuniti a tavola per gustare i piatti della tradizione gastronomica friulana a Palmanova e poi passeggiando alla scoperta della storia di questa particolare città dalla pianta fortificata a nove punte e dalle forti influenze veneziane.

Sulla via del ritorno, già con po’ di nostalgia per i giorni trascorsi insieme, proviamo a fare un bilancio di questa settimana di viaggio e siamo tutti d’accordo nel definirla una bellissima esperienza per la bellezza delle destinazioni visitate, per l’ottima compagnia, per la condivisione piacevole di chiacchiere.

Con le parole di questa poesia, ispirata dalle emozioni condivise, che una nostra socia ha così sintetizzato la nostra gita :

Pezzi di vita in gita

Il brusio del mattino presto

diventa chiacchiera che scambia pezzi di vita.

Il cammino comune,

lo stupore di luoghi inaspettati,

la meraviglia della natura,

la bellezza dell’arte,

la curiosità della storia dei posti

si mescolano

e diventano racconto

di pezzi di vita condivisa,

racchiusa in una breve parentesi.

Carla Eandi

La nostra gita in cifre :

località vistate 15 di cui 2 capitali

passi compiuti circa 100 000

chilometri fatti a piedi circa 90

media giornaliera dei passi 8 chilometri

quantità di chiacchiere e risate incalcolabile, ma certamente tutte quelle necessarie


Sabato 8 giugno 2024 si è svolta nel parco della “Casa di Riposo Avv. G. Forchino” la festa di fine Anno Accademico della quale alleghiamo alcune immagini.


Nell’ambito delle manifestazioni del Maggio Santenese si è svolta, all’interno del Palasparago, la sfilata di alcuni modelli prodotti nel corso di “Taglio e cucito” di cui pubblichiamo alcuni scatti.


Pubblichiamo alcune immagini per quanto riguarda il corso in oggetto


Di seguito alcune foto scattate durante la serata in oggetto.


I giorni 23 e 24 marzo 2024 si è svolta, come da programma, la gita in Savoia della quale forniamo un breve resoconto allegando alcune fotografie dei luoghi visitati.

Alle cinque del mattino di questo fine marzo, il giorno certo non offre il suo aspetto più invitante ad intraprendere un viaggio: è uggioso, umido e buio. Nessun rumore di automobile in movimento neppure lontano, solo lo scalpiccio prodotto da passi sul selciato di sienite ed il rotolio dei trolley di alcune persone avviate al luogo d’incontro concordato, posto di fronte al municipio. Una singolare esperienza sensoriale.                                                      

Quaranta persone, soci di questa Unitre ed alcune altre ancora raccolte in punti diversi a Chieri e a Cambiano, trovano posto sul pullman con destinazione la Savoia. La vista del panorama che scorre via è piacevole ed il viaggio tranquillo ed in questi frangenti diventa gioco facile raccordare i luoghi che si andranno a visitare con i tanti momenti ed episodi legati al Risorgimento ed al processo di Unificazione del Paese che noi “cavouriani”, storici dilettanti, amiamo ricordare e approfondire negli incontri on-line quindicinali.         

Dopo circa tre ore di viaggio ci accoglie Chambery, una cittadina di 130 mila abitanti, già capitale del Ducato di Savoia di cui anche il Piemonte occidentale faceva parte. Nel 1563 Emanuele Filiberto decise di spostare la sede ducale a Torino poiché ormai era tramontata la possibilità di acquisire ad occidente nuovi territori per la presenza incombente di un forte Stato francese unificatosi a metà di quel secolo, mentre al di qua delle Alpi le realtà territoriali di signorie, contee e marchesati, erano meno solide, più fluide e potenzialmente acquisibili. Nella esposizione delle guide che ci accompagnano si può evidenziare una considerazione costantemente ripetuta e oggetto di possibili approfondimenti e cioè la presenza di un prima e un dopo: un prima e un dopo il trasferimento della capitale a Torino ed un prima e un dopo la cessione della Savoia alla Francia nel 1860.

Capitiamo davanti alla fontana degli elefanti detta dei “quatre sans cul”, poiché ci mostra quattro elefanti che si voltano reciprocamente il fondo schiena, che però non è visibile perché inglobato all’interno del basamento di una stele-monumento dedicato ad uno strano personaggio: il generale dell’esercito francese Bénoit de Boigne viaggiatore, esploratore e, a quanto pare, anche millantatore di vite mai vissute, ma benefattore della sua città.

La parte più interessante della città è quella medievale: un reticolo di vicoletti, budelli e corridoi all’apparenza scavati all’interno di case che sembrano sorreggersi a vicenda, un sistema vascolare che pone in collegamento il silenzio e le solitudini di cortiletti interni, costantemente in ombra, e di ingressi di piccoli appartamenti ricavati in disordinate e armoniose architetture di necessità. E’ un luogo sorprendente da vivere con calma.

Dedichiamo la restante parte della mattina alla cattedrale di San Francesco di Sales, edificata nel XIV secolo, divenuta sede vescovile dopo le ripetute richieste al Papa di potersi sottrarre all’autorità del vescovo francese di Grenoble. La chiesa è uno splendido esempio di gotico “flamboyant”(gemello, penso, del gotico “fiorito o manuelino di Lisbona) che contiene il ciclo di “trompe l’oeil” più esteso di Francia, un inganno per gli occhi, un intreccio di linee curve, che i chiaroscuri e le ombreggiature sapientemente dosati rendono tridimensionali, racchiuse all’interno di vele e costolature proprie dello stile gotico. Gli stessi motivi ornamentali che si ripetono sul soffitto della cappella palatina posta all’interno del perimetro del castello che domina la città.

Nel pomeriggio, dopo pranzo, come stabilito nel programma, ci ritroviamo sul pontile dell’imbarcadero in attesa di sistemazzione sul battello che ci condurrà all’Abbazia di Hautecombe. Questa si intravede a fatica in lontananza sull’altra sponda del lago del Bourget, una chiazza chiara, appena al di sopra del livello dell’acqua, posata sul fianco scuro della montagna non illuminato dal sole, la cui luce accecante riflessa sull’acqua rende più difficoltoso a noi il percepimento dei particolari architettonici dell’edificio che si rendono evidenti, invece, appena sbarcati. E’ stato un monastero cistercense, poi benedettino riattato più volte nei suoi nove secoli di vita, fino ad assumere le attuali caratteristiche architettoniche dello stile gotico fiammante con l’ultimo intervento di restauro voluto dal Re Carlo Felice. Da tempo è diventato mausoleo e luogo di sepoltura o semplice cenotafio dei Duchi di Savoia e di sovrani del Regno di Sardegna e del Regno d’Italia.

La situazione metereologica del giorno dopo, domenica, è incerta. Occorre sempre munirsi di ombrello per ogni evenienza avversa del tempo, che infatti si manifesta ben presto innaffiando con una pioggia fine le strade del centro storico di Annecy occupate da decine di bancarelle.          

 Alle undici si parte per il tour del lago. L’acqua è limpida, non inquinata, risultato dell’impegno di un amministratore visionario che ancora negli anni cinquanta riuscì a convincere le amministrazioni delle località rivierasche a finanziare la costruzione di un anello di tubazioni intorno al lago che servissero a convogliare in un depuratore le acque reflue prodotte. Oggi quello di Annecy è definito “il lago più azzurro di Francia”.

Nel pomeriggio che ci resta, dopo pranzo, diventa piacevole camminare per la città accompagnati da una guida, una signora milanese là residente, alla scoperta del parco, del castello, e di quell’intreccio di piccole strade, di ponti colorati e dei “quais”ornati di fiori di campo che collegano le due parti della città separata dall’emissario del lago, con l’intermezzo gradevole di poter ascoltare le armonie e le evoluzioni di un coro di voci all’interno della chiesa di Saint Maurice.

Sono le sei, è ormai sera e dobbiamo tornare a casa.

G. Bordin


Pubblichiamo alcune foto ed un contributo video dell’uscita di sabato 17 febbraio con visita all’Accademia Albertina e all’Accademia di Agricoltura in Torino

Ulteriori foto su : Accademia dell’Agricoltura al seguente link e Accademia Belle Arti al seguente link


Si allegano alcune delle foto scattate durante la gita effettuata il 20/01/2024 a Monza e all’Abbazia di Chiaravalle.


Festa di Natale 2023

Il giorno 12 dicembre 2023 si è svolta la Festa di Natale per la Unitre Santena-Cambiano presso la Biblioteca di Cambiano; di seguito alcune immagini dell’incontro.


Danze popolari del sud

Pubblichiamo alcuni momenti delle lezioni di danza del corso.


Conferenza “Donne di quadri, quadri di donne”

Di seguito alcune foto relative alla serata tenutasi in data 29 novembre 2023 in occasione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne.


Spettacolo “1848 – La primavera dei popoli”

L’Unitre di Santena e Cambiano e l’Associazione Amici della Fondazione Cavour, sabato 11 novembre 2023, presso la Sala Diplomatica del Complesso Cavouriano, hanno proposto lo spettacolo “1848 – La Primavera dei Popoli”, per ricordare il 175° anniversario dei Moti Risorgimentali del 1848.

Foto di gruppo dei partecipanti allo spettacolo

Lo spettacolo si articolava in proiezione di immagini, musiche con canti risorgimentali, letture di documenti dell’epoca e conversazioni dialettali tra i protagonisti degli eventi ricordati, eseguiti dalle socie e dai soci delle due Associazioni.

Lo spettacolo ha avuto grande successo tra i numerosi spettatori intervenuti.


Foliage all’Oasi Zegna

E’ tradizione consolidata che, all’apertura del nuovo Anno Accademico, il Direttivo UNITRE di Santena e Cambiano organizzi una gita con pranzo sociale aperta a tutti i soci.

Quest’anno la scelta è caduta sull’Oasi Zegna in alta Val Sessera, in provincia di Biella, e sulla sede della Fondazione Ermenegildo Zegna a Trivero, sempre in provincia di Biella.

Partenza il mattino presto di sabato 28 ottobre da Santena e Cambiano in pullman con 58 soci a bordo.

L’Oasi Zegna, voluta da Ermenegildo Zegna, illuminato imprenditore laniero di Trivero e fondatore del famoso marchio, si estende per più di 1.400 ettari sulle montagne dell’alta Val Sessera con un patrimonio di più di 500.000 alberi, fatti piantumare da Ermenegildo Zegna per valorizzare il suo territorio di origine e per appagare il suo sogno, antesignano per i tempi, di illuminato ambientalista.

La natura, se conosciuta, ci trasmette una grande forza vitale. Al suo contatto serenità e benessere diventano così compagni di viaggio, capaci di contagiare chiunque.

Ecco perché il Bosco del Sorriso a Bielmonte, nel cuore dell’Oasi Zegna, è un luogo magico. Percorrere questo cammino esperienziale tra abeti rossi, faggi e betulle, avvolti da odori e suoni della natura incontaminata dell’Alta Val Sessera, ci aiuterà a ritrovare armonia e benessere interiore.

Il tragitto ad anello, che parte dalla località Bocchetto di Sessera, si estende per 4,8 chilometri. E’ una passeggiata facile, in piano, adatta a tutte le età, particolarmente d’effetto soprattutto d’autunno quando i colori accesi delle foglie dei faggi e delle betulle rendono particolarmente suggestivo e colorato il panorama circostante.

Dai parcheggi di Bocchetto di Sessera si lascia la strada asfaltata della Panoramica Zegna, strada voluta sempre da Ermenegildo Zegna che unisce il paesino di Trivero a Bocchetto di Sessera, alle proprie spalle e svoltando a sinistra ci si incammina in una strada sterrata, ma ben tenuta, con piccole salite e discese, ma quasi sempre in piano.

Ad accompagnare il percorso ci sono i pannelli del forest bathing, letteralmente “bagno nella foresta” che sfrutta le onde elettromagnetiche emesse dagli alberi e in grado di influire sullo  stato energetico dell’uomo.

Un po’ nascosti, ai piedi degli alberi, si trovano libri di legno che raccontano fiabe. Vanno cercati perché si trovano un po’ discosti dal percorso e si possono raggiungere grazie a scalini di roccia, in una sorta di caccia al tesoro. Attorno, alcune pietre fanno da sedili per coloro che vogliono ascoltare la fiaba del bosco letta da un escursionista volenteroso.

Dopo un gruppo di larici, il tracciato procede piacevolmente in un bosco a prevalenza di faggi, in cui svettano però anche abeti rossi e radure contornate da betulle. Un buon modo per imparare a riconoscere le varie essenze.

La sterrata procede sempre graduale e dopo un’ultima serie di faggi si esce dal fitto del bosco per trovarsi su ampi prati che circondano il piccolo edificio in pietra dell’Eremo di Santa Maria posto su un grandioso panorama mozzafiato. Da qui si domina la val Sessera con uno spettacolo di colori del foliage autunnale degli alberi incastonati tra alte montagne.

Ritornati a Bocchetto di Sessera, abbiamo raggiunto il paesino di Trivero dove abbiamo consumato in allegra compagnia il pranzo sociale con le specialità del luogo.

Dopo il pranzo abbiamo raggiunto a piedi la sede della Fondazione Zegna, nata nel 1993 come naturale sviluppo del pensiero industriale e ambientale di Ermenegildo Zegna. La sede della Fondazione è stata costruita modificando delle pertinenze di Casa Zegna, proprio a fianco di questa che, a sua volta, è adiacente al lanificio tuttora operante. La Fondazione Zegna ospita l’archivio storico e un’esposizione permanente che illustra la storia e l’evoluzione dei 110 anni del Gruppo Zegna.

Inoltre, La Fondazione Zegna ospita una mostra dell’artista biellese Roberto Coda Zabetta che naturalmente abbiamo visitato con le guide. La serie di opere “Frana e Fango” create appositamente per la rassegna racconta la fragilità dell’uomo e dell’ecosistema che abitiamo, ma che non tuteliamo, la forza degli eventi incontrollabili che si manifestano sulla Terra e la capacità della natura di rinascere e fiorire in cicli che esulano dalla volontà umana. L’artista presenta a Casa Zegna un grande dittico monumentale che attraversa lo spazio, creando una sorta di “giardino selvatico” : nelle opere di Coda Zabetta la natura viene evocata tramite un’esplosiva carica cromatica e una materia densa che si accumula sulla tela e che viene sparsa con metodi inconsueti creando bellissimi effetti di colori e di luce con accattivanti chiaroscuri. Le cromie di questi grandi quadri sembrano trarre ispirazione dalla fioritura dell’Oasi Zegna, non in maniera didascalica e formale, ma nella forza esplosiva e imprevedibile della natura.

Terminata la visita al museo, il gruppo si è spostato nelle strade di Trivero per una passeggiata tra le opere d’arte permanenti esposte nelle vie. Le opere fanno parte del progetto che ha coinvolto molti artisti di fama internazionale fin dal 2008, ha l’intento di far dialogare il territorio con l’arte rivolgendosi a tutta la comunità. Ogni artista coinvolto ha lavorato su temi cari al territorio, come l’ambiente e la fabbrica, le relazioni tra gli abitanti, i loro cagnolini, e lo spazio vissuto.

Finito il giro nelle strade di Trivero abbiamo raggiunto il pullman con destinazione Cambiano e Santena dove siamo arrivati in serata stanchi ma soddisfatti della giornata trascorsa in quei di Biella.

Anche quest’anno la gita sociale di apertura dell’Anno Accademico è stata un successo e ci fa ben sperare sul prosieguo delle attività dell’UNITRE di Santena e Cambiano.


Settimana Ecologica – Gestione e costi dei rifiuti domestici

In occasione della conferenza su quanto in oggetto di seguito è allegata la presentazione sul tema “Materie prime e riciclaggio” tenuta da F. Di Sciullo.


Inaugurazione Anno Accademico 2023-2024

Il giorno 10 ottobre 2023 presso la Biblioteca Civica di Cambiano si è svolta l’inaugurazione dell’Anno Accademico 2023-2024 alla presenza dei rappresentanti dei due comuni, del Presidente dell’Unitre Nazionale Sig. Piercarlo Rovera e del Direttivo Unitre Santena-Cambiano. Di seguito alcune foto dell’evento.